Giardinaggio introspettivo

A un certo punto della mia vita ho iniziato a rendermi conto di aver vissuto in bilico fra un passato fatto di ricordi (molti dei quali da dimenticare) e un futuro fatto di speranze su cui puntare; mentre il presente non faceva altro che morire. Da quel momento ha iniziato a farsi largo in me l’idea secondo la quale non è mai troppo tardi per cambiare visuale e per riscattare se stessi. Mi sento un po’ come se fossi un ex non vedente che a poco a poco sta riacquisendo la vista. In me era come se fosse nata una sorta di ortica rampicante fatta di brutti ricordi, che arrampicandosi fra le pareti della mia mente non faceva altro che avvolgere e opprimere la mia anima fino al punto di coprirle e di irritarle gli occhi. Più non volevo ricordare e più spuntavano nuove foglie di ricordi pungenti. Dal nulla, senza che li cercassi. Paradossalmente però, adesso che sto iniziando a prendermene cura, è un po’ come se stessi iniziando a dare avvio a un tanto tacito quanto naturale processo di potatura. Nella stessa misura in cui accetto la presenza di certe erbacce mi rendo conto che iniziano a essiccarsi, sparendo e liberandomi da certe ossessioni. Forse sto solo preparando un nuovo terreno mentale che, inumidito dalle lacrime versate, potrebbe trasformarsi in un giardino fatto di fiori, alberi e frutti. Chi sa! ?

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